Cosa sono i dsa?

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) possono riguardare la lettura (Dislessia), la scrittura (Disortografia) e l’aritmetica (Discalculia). La legge comprende anche la Disgrafia che è una difficoltà più a livello motorio, cioè nel controllo del tratto e della postura nella scrittura. 

La diagnosi di DSA si pone se un ragazzo ha un'intelligenza nella norma (valutata solitamente con le scale WISC), ma presenta allo stesso tempo specifiche e marcate difficoltà nell'apprendimento e nell'automatizzazione di alcune competenze di base quali lettura, scrittura e calcolo. E' importante riconoscere che non tutti gli alunni che hanno difficoltà in queste aree presentano un disturbo dell’apprendimento. Esistono infatti dei criteri che ne escludono la diagnosi come il non adeguato insegnamento o problematiche relative all'ansia scolastica, od ancora la presenza di altri problemi neurobiologici.

La diagnosi di DSA si può effettuare a partire dalla fine della Seconda elementare per quanto riguarda dislessia e disortografia e dalla fine della Terza elementare per quanto riguarda la discalculia.

Molti passi avanti sono stati fatti dalla legislatura italiana riguardo i bambini con DSA (vedi Decreto Ministeriale 12 luglio 2011). Essi, infatti, in seguito a regolare diagnosi hanno la possibilità di usufruire di strumenti compensativi e dispensativi (computer, calcolatrice, tavole...) durante il loro percorso scolastico, dalla scuola primaria all'università. Risulta quindi importante effettuare il più precocemente possibile una diagnosi clinica per poter aiutare questi bambini sia attraverso percorsi di riabilitazione logopedica (ove necessario) sia per poterli aiutare ogni giorno durante la scuola e i compiti.


Cos'è l'Automatiz-zazione?

Per spiegare cos'è l'automatizzazione vi faccio un esempio. Quando abbiamo imparato a guidare l'automobile eravamo tutti concentrati sulle singole azioni che ci permettevano di accelerare, frenare, cambiare marcia etc. Non potevamo permetterci di parlare ed ascoltare musica o anche solo pensare a qualcos'altro... Questo perché tutte le nostre energie attentive erano focalizzate sul nuovo compito. Con l'aumentare della nostra esperienza però la sequenza delle azioni è stata appresa e le nostre memoria e attenzione potevano anche occuparsi di altre faccende e si poteva parlare con amici al nostro fianco senza causare incidenti.

Per il bambino che impara a leggere, scrivere ed utilizzare i numeri è più o meno la stessa cosa: all'inizio tutte le energie sono utilizzate per riconoscere le letterine, fonderle insieme ed emettere dei suoni ad esse corrispondenti. Crescendo ed allenandosi questo processo diventa sempre più veloce e il carico di attenzione diminuisce. Per un bambino dislessico non è così: lui o lei deve essere sempre attento/a a ricordarsi cosa sono le letterine, come devono essere unite e quali suoni produrre.

Tornando all'esempio dell'automobilista, è come se questi dovesse essere sempre attento a pigiare l'acceleratore in un determinato modo, controllare la lancetta del velocimetro, cambiare marcia pigiando la frizione e delicatamente inserire la nuova attenuando la pressione sulla frizione e contemporaneamente aumentandola sull'acceleratore. Senza poter parlare, ascoltare musica, guardare fuori dal finestrino... Il dislessico può leggere. Ad una velocità minore, compiendo più errori e perdendo così il significato di ciò che legge, vero ed unico scopo della lettura.

Provate ad esempio a leggere questa scritta: Com'è andata? Ecco le difficoltà a cui si trova di fronte un dislessico nel leggere pagine che a noi sembrano invece comprensibilissime!

"prodaqi nlente risulte r pivvicile gere puetse qoce rige. Palcuno siaddelerà algi erori pi standa. Evvettinfanemete appiano sotsiito duaicele tera, noeso palcosa, agiutno atlro e suvo palche palaro."  (tratto da Peroni, Staffa, grandi e Berton,2010)


Chi si occupa della diagnosi?

La legge 170 del 2010 afferma che "la diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate."

 

Gli specialisti privati che si possono occupare della diagnosi sono Psicologi iscritti al proprio ordine e specializzati in Psicopatologia dell'Apprendimento o Neuropsichiatri infantili. L'Asl di Bergamo, viste le difficoltà del momento a farsi carico di questi percorsi di diagnosi, ha stabilito per la propria provincia che "la valutazione clinica dei DSA e la conseguente certificazione possono essere effettuate anche dallo psicologo privato, eventualmente coadiuvato dal logopedista individuato dalla famiglia, e la consultazione medica neuropsichiatrica può essere considerata necessaria, come approfondimento clinico di secondo livello, solo su espressa indicazione da parte dello psicologo stesso".


Differenze tra Disturbo e Difficoltà di Apprendimento

I Disturbi specifici di Apprendimento o DSA (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia) sono neurobiologicamente basati, cioè sono difficoltà che rispondono ad una microstrutturazione cerebrale diversa. Per questo motivo, oltre valutare le abilità scolastiche specifiche, è importante conoscere altre funzioni cognitive come attenzione, memoria, abilità visuospaziali e visuopercettive in modo da stabilire un profilo di funzionamento preciso del bambino/ragazzo e individuare il percorso di trattamento più idoneo per ciascuno. Questa microdiversità cerebrale fa si anche che un bambino con DSA sia diverso da qualsiasi altro bambino con DSA e questa diversità ha bisogno di essere riconosciuta. Non basta quindi una valutazione di primo livello (con test sulle abilità scolastiche di lettura, scrittura e calcolo) ma è necessario che venga approfondita. Le figure più idonee per questi approfondimenti che possono portare alla formulazione di una DIAGNOSI sono quindi lo psicologo specializzato o il neuropsichiatra infantile.

Le difficoltà di Apprendimento sono invece rallentamenti nel normale processo di apprendimento che non presentano quella distanza dalla norma tale da far ipotizzare un disturbo specifico. In alcuni casi è comunque necessario fare un breve percorso di abilitazione in modo da velocizzare i passaggi.

Di fronte ad un Disturbo specifico non è possibile avere un recupero totale delle abilità sotto la norma, in presenza di una semplice difficoltà è invece possibile recuperare l'abilità sempre se non occorrano problematiche di diverso tipo (non adeguato livello cognitivo, altri problemi di tipo neuro biologico o problematiche affettive importanti).


Si può guarire dai DSA?

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento non sono una malattia. Se quindi non ci si ammala, non è possibile guarirne.

I DSA sono piuttosto una caratteristica di un certo numero di individui (stimati intorno al 2-3% dell'intera popolazione). Potremmo paragonarla alla miopia: è una condizione permanente, colmabile con gli occhiali o con le lenti a contatto. Così anche i DSA. Non si guarisce da questi disturbi, ma si possono compensare prima con percorsi di abilitazione e poi con l'utilizzo di strumenti compensativi specifici.


Quali sono i DSA?

Dislessia

La  dislessia è la difficoltà a leggere in modo corretto e fluente.

In Italia la dislessia riguarda il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.

Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. 

 

La dislessia si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto.

Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; f/v; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni; lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione.


Disortografia

La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici; essa si presenta con errori sistematici che possono essere così distinti:

  • Confusione tra fonemi simili: Il soggetto confonde cioè i suoni alfabetici che si assomigliano, ad esempio f/v; t/d; p/b; l/r, ecc.
  • Confusione tra grafemi simili: In questo caso il soggetto ha difficoltà a riconoscere i segni alfabetici che presentano somiglianza nella forma, ad esempio: b/p; a/e ecc.
  • Omissioni: E’ frequente che il soggetto tralasci alcune parti della parola, ad esempio la doppia consonante (palla-pala); la vocale intermedia (fuoco-foco);  la consonante intermedia (cartolina-catolina).
  • Inversioni: Questo tipo di errore riguarda le inversioni nella sequenza dei suoni all’interno della parole, ad esempio: sefamoro anziché semaforo.

La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita o da un processo lento nella simbolizzazione grafica.


Discalculia

La discalculia è una difficoltà specifica nell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.

 I simboli numerici sono quantitativamente inferiori rispetto a quelli alfabetici (10 cifre contro 21 lettere), ma complessa è la loro combinazione che si basa sul valore posizionale. Per molti bambini, infatti, non c’è differenza tra 15 e 51 oppure tra 316 e 631, in quanto essi, pur essendo in grado di denominare le singole cifre, non riescono ad attribuire significato alla loro posizione all’interno dell’intero numero.

Spesso alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri ( il numero 9 viene confuso con il 6;  il numero 21 con il 12;  il 3 viene scritto al contrario così come altri numeri...).

Oltre a questo esistono coppie di numeri che hanno tra loro una lieve somiglianza, come ad esempio il numero 1 e il numero 7;  il 3 e l’8;  il 3 e il 5. Confondere queste cifre significa anche non attribuirle alla giusta quantità, per cui non è raro che anche semplici esercizi vengano svolti in modo errato. Chiediamoci allora: “Il soggetto non sa contare oppure non distingue adeguatamente i simboli numerici?”


Disgrafia

La disgrafia è una difficoltà di scrittura che riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici.

Il bambino che presenta disgrafia scrive in modo molto irregolare, la sua mano scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura della penna è spesso scorretta.

La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è, solitamente, molto ridotta; il bambino non possiede adeguati reperi di riferimento, non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo. 

La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata; talvolta è troppo forte e il segno lascia un'impronta marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è troppo debole e svolazzante. 

Sono frequenti le inversioni nella direzione del gesto che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli grafemi che nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra.

Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche ( tende a “stondare” gli angoli e a non chiudere le forme). Anche il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato all’età; la riproduzione di oggetti o la copia di immagini è molto globale e i particolari risultano poco presenti.

 


Cos'è l'ADHD?

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo.

I bambini e i ragazzi con ADHD mostrano difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività.

Questi problemi derivano dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

E’ importante sapere che l’ADHD non è una comune fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino.

L’ADHD è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola.

E’ un problema che genera demoralizzazione e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.